L'Usignolo e l'Imperatore
Fiaba in musica ispirata a L’usignolo di Hans Christian Andersen
Teatro della Tosse, Sala Aldo Trionfo
Martedì 5 dicembre, ore 11
Mercoledì 6 e giovedì 7 dicembre, ore 9:30 e 11
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Il grande imperatore della Cina scopre che, di tutte le meraviglie del suo regno, la più invidiata al mondo è il canto di un usignolo che vive ai margini del suo immenso giardino reale. Quando l’imperatore riesce finalmente ad ascoltare quel canto meraviglioso, si commuove di tanta bellezza e fa rinchiudere l’usignolo nelle preziose stanze del suo palazzo reale. Un giorno, però, gli viene offerto in omaggio un uccellino meccanico capace di cantare a comando con perfezione inaudita. Il nuovo arrivo soppianta l’usignolo nelle grazie dell’Imperatore e il piccolo animale vola via, senza fare più ritorno. Il nuovissimo uccellino meccanico, con la sua ripetuta perfezione, non riesce però a colmare la nostalgia dell’imperatore per l’usignolo. Il grande Imperatore si ammala così di una tristezza inguaribile che lo porta sul punto di morire, quando improvvisamente l’usignolo torna a fargli vista cantando per lui da una finestra. L’imperatore ritrova in quel canto e in quel gesto di sincera amicizia il gusto per la vita e per una bellezza autentica.
L'Usignolo e l'Imperatore vuole essere una riflessione sulla forza dell’esperienza diretta, del contatto e dell’incontro nei rapporti tra persone e cose e, per analogia, sul mistero e la forza del teatro e della musica eseguita e fruita dal vivo, forza data dalla fisicità dei gesti, dei suoni, della voce e del canto. Vuole essere, inoltre, l’occasione di un confronto tra reale e virtuale, natura e artificio, nell’esplorazione tra contrasti e possibili contaminazioni.
La trama delicata e limpida della fiaba di Andersen ha ancora oggi la forza di tracciare percorsi tematici di sorprendente attualità. L’usignolo che dà il titolo al racconto è paradigma di naturalezza, autenticità, vitalità: è un ideale di bellezza non confinata dentro le mura di un palazzo e neanche limitata o conclusa nel dominio di un automatismo.
La bellezza che ci indica l’usignolo è accessibile e commovente perché è viva, non è nemica della tecnologia e dell’artificio, se queste non ne limitano l’espressione.
La bellezza dell’usignolo si manifesta nell’essere viva, presente, imprevedibile perché autentica. Come il teatro o un concerto dal vivo.