Simone Magioncalda Trio Jazz: "Inerte"

Inerte: privo di forza, incapace di reagire, fermo. È una parola che evoca una sensazione di immobilità, di sospensione, ma anche tutto ciò che si accumula sotto la superficie quando tutto sembra bloccato. Può descrivere una condizione di resa o di stallo, ma anche un’attesa carica di tensione, l’attesa che precede un gesto.
Lo spettacolo del Trio Jazz di Simone Magioncalda si muove dentro questa ambiguità. Crea uno spazio sonoro in cui l’inerzia diventa percezione amplificata, ascolto rallentato, presenza trattenuta. I gesti minimi della quotidianità — quelli che sembrano automatici, insignificanti — vengono isolati, rallentati, osservati da vicino. E in questo processo si caricano di senso, diventano frammenti di una narrazione più profonda.
Non è più solo routine: è il tentativo, anche se inconsapevole, di dare forma a un’esistenza che non sa come reagire. Ogni suono diventa così il riflesso di un tempo interno, ogni passaggio musicale un momento di sospensione in cui il mondo si ferma — o forse, si ascolta.