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Silvia Colasanti: "Arianna e il Minotauro"

Silvia Colasanti"Rachmaninov 150", la serata di debutto della stagione 2023/2024 di GOG e Fondazione Teatro Carlo Felice, debutta venerdì 15 settembre 2023 con Arianna e il Minotauro, brano per attore, soprano e orchestra su testo di Giorgio Ferrara e René de Ceccatty, composto da Silvia Colasanti.

Il lavoro, commissionato da GOG e Fondazione Teatro Carlo Felice, verrà intepretato dall'Orchestra e dal Coro della Fondazione, diretto dal Maestro Claudio Marino Moretti, alla bacchetta di Donati Renzetti, a fianco della soprano Irene Cerboncini e dell'attore Pietro Fabbri.

Proseguendo un percorso di rilettura dei miti secondo un linguaggio e una sensibilità contemporanei, Silvia Colasanti sceglie, in Arianna e il Minotauro, la forma del melologo per tornare ad affrontare la storia del Minotauro, già al centro di una fortunata opera presentata al Festival dei due Mondi di Spoleto nel 2018. In Arianna e il Minotauro, su libretto di Giorgio Ferrara e René De Ceccatty, la consueta dialettica tra parola recitata e musica che caratterizza la tradizione musicale del melologo, si intreccia anche con il canto, in una moltiplicazione ulteriore di possibilità espressive.
Il mito di un mostro terrificante si trasforma, in questo melologo, in un dramma “umano”: alla forza del Minotauro non s’accompagna il pensiero e la capacità di distinguere il bene dal male, la consapevolezza dei propri sentimenti, ma solo un sentire confuso e innocente, che fanno del mostro, del diverso, non un nemico, ma una vittima, un ingenuo condannato a vivere nel corpo di un essere mostruoso.
A lui si contrappone l’uomo come reale carnefice, capace d’inganno e falsa amicizia – qui rappresentato da Arianna, sorellastra del Minotauro perché figlia della stessa madre Pasifae.
Minotauro è un attore, mentre Arianna è un soprano, nella prima parte del lavoro fuori scena, come voce di commento dei ricordi del Minotauro, e successivamente in scena.
La partitura musicale è ricca di contrasti che raccontano la doppia anima del Minotauro e la sua confusione: spesso ad aggressivi ostinati ritmici si alternano momenti immobili e rarefatti, durante i quali il Minotauro si interroga, dialoga con sé stesso, sogna di essere un uomo.
La musica incastona le linee vocali dei protagonisti e diventa protagonista esso stesso in alcuni snodi formali dell’azione.
Alla solitudine del Minotauro si contrappone il ricordo delle giovani vittime a lui destinate, che lo accerchiano minacciosamente prima di essere uccisi, uno dopo l’altro, in una battaglia tutta percussiva e astratta.
La tensione sfocia nel lirismo quando il Minotauro, vedendo una delle giovani vittime a lui destinate se ne innamora, senza però conoscere davvero questo sentimento.
Il lirismo si fa invece subdolo con l’ingresso di Arianna, sorellastra del Minotauro, entrata nel labirinto con Teseo per ingannarlo con un finto sentimento di amicizia e amore fraterno, e per poi ucciderlo.
Il finale è affidato alle ultime parole del Minotauro prima di morire: una lunga preghiera intima e sofferta su cupi rintocchi di campana.
Arianna e il Minotauro, già eseguito con successo in diverse città italiane e francesi è presentato per la prima volta in una nuova versione orchestrale su commissione del Teatro Carlo Felice e della GOG Giovine Orchestra Genovese.

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